Yoga e Cancro

Yoga e Cancro

PERCHE' LO YOGA E' INDICATO PER I MALATI DI CANCRO

Uno dei momenti più intensi e complicati nella vita di un paziente oncologico è rappresentato dal processo di accettazione del nuovo corpo che possiede: cambiato esteriormente, modificato dai protocolli clinici a cui è stato sottoposto, conserva in sé un carico di fatica e dolore fisico ed emotivo che non può essere contrastato né respinto né accettato con rassegnazione. La sofferenza è un’evidenza alla quale non si può sfuggire e che ha picchi di acutezza che rallentano la ricostruzione di una quotidianità ordinaria.


Attraverso la concentrazione sulle sensazioni che emergono nell’osservazione del corpo, si entra in contatto con le emozioni provate o nascoste in maniera delicata, benevola e premurosa.

Senza traumi, ma con la dedizione e l’accuratezza tipica di questa disciplina, si approfondisce l’osservazione del movimento corporeo in relazione al respiro, l’uno e l’altro libero dalle costrizioni imposte dalle usuali attività sportive e continuamente modulati in accordo con le possibilità del paziente.

Lo sforzo non è finalizzato a valicare un limite ma a stabilire una relazione amichevole col corpo, così come esso è nel momento presente, con le sue criticità ma anche con il suo sconfinato coraggio, la forza che dimostra ogni giorno nel percorso dei trattamenti cui è sottoposto.

Stare nel momento presente aiuta a contenere lo spettro di emozioni sconfortanti che sorgono quando si deve affrontare il dolore e l’incertezza delle terapie. Il senso di scoraggiamento non è altro che la proiezione della mente che immagina il futuro: rabbia, frustrazione, tristezza, confusione, disperazione, cordoglio,ansia, paura, sono solo alcune delle emozioni che prova il malato oncologico, spesso declinate in un ventaglio di sfumature che soffia via ogni possibilità di gioia.


Ascoltare il corpo, ancorarsi al ritmo del respiro, osservare l’esperienza del momento presente aiuta a ridimensionare l’esperienza emotiva e a ricondurla alla freschezza dell’istante.Un passo alla volta, anche il dolore appare più semplice da affrontare:è un dolore più comprensibile e misurato, poiché non dispiega le ali su quel che verrà ma lascia crescere nell’avvenire uno spazio vuoto, da riempire quando sarà tempo.


UN PO' DI SCIENZA:

La pratica dello Yoga risulta essere unintervento efficacesia per i più giovani sia per gli anziani,per ridurre l’affaticamento psicofisico correlato al cancro e ai suoi effetti collaterali(Sprodet al., 2015). Dagli studi emerge che le donne con carcinoma al seno se praticano Yoga sperimentano minor affaticamento nella vita di tutti i giorni (Tasoet al., 2014) e notano una diminuzione dei sintomi legati alladepressione, all’ansiae ai disturbi gastrointestinali, quindi un miglioramento della loro condizione di salute e del benessere fisico (Pan,Yang,Wang,Zhang&Liang, 2017).Lo Yogaagisce positivamente sul sistema immunitariopotenziandone le difese e favorendo un miglioramento dei sintomi fisici e psicologici (Agarwal&Maroko-Afek, 2018); in questo modoabbassa il livello di stressnelle vite dei malati oncologici (Nagendra, 2018). La pratica dello Yoga Consapevole aiuta anche a rispondere a episodi spiacevoli legati alla comunicazione della diagnosi e al trattamento, e a far fronte ai momenti in cui sperimentiamo perdita del controllo, incertezza sul futuro e paure di recidive (Carlson, 2017).


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IMPARARE A VIVERE NEL QUI E ORA

Lo Yoga permette di imparare a essere gentili con noi stessi e a stare con le emozioni senza cercare di allontanarle non appena le vediamo arrivare.

Con il tempo ci aiuta a comprendere che nella nostra vita quotidiana tendiamo a fare scelte determinate dalle sensazioni intense che sperimentiamo. Possiamo influire sulle esperienze interne semplicemente regolando la nostra postura fisica e acquisendo maggiore consapevolezza del nostro linguaggio del corpo e delle espressioni facciali.

I movimenti che compiamo sul tappetino possono divenire l’emblema degli avanzamenti che ci impegniamo a compiere. Ogni volta che assumiamo una nuova posizione, un nuovo orientamento fisico, cambiamo la nostra prospettiva interna. Le posizioni diventano nuove occasioni per praticare la consapevolezza dei nostri pensieri, degli umori e dei sentimenti, oltre che del respiro e del movimento stesso.

Con il tempo impariamo a rispondere agli eventi della vita piuttosto che a reagire in modo automatico.

Se all’esterno fissiamo il corpo in un postura che implica sforzo e determinazione, la stessa determinazione la infondiamo dentro noi stessi.

La possibilità di accettare il dolore con tenerezza prescinde dalla comprensione del perché esso ci stia affliggendo, proprio noi tra milioni, proprio ora. Posso non capire, posso non avere risposte ma accettare quanto accade e tramutare l’esperienza nella scelta concreta di vivere quello che c’è con pienezza. Invece di lasciare che le cose siano e vadano per proprio conto, invece di disperdermi nella passività di quel che è inevitabile, posso lasciar andare la presa, mollare la volontà di cambiare quello che non posso modificare.

A meno che non si accettino le circostanze presenti, la felicità non può essere raggiunta.

Lo Yoga insegna a dare una possibilità alla gioia anche in condizioni ardue.