"L'unico diploma di Yoga valido è l'umiltà,lo sguardo su se stessi, compassione senza concessione in cui l'intensità e l'interrogarsi non hanno niente da invidiare ai tapas himalaiani.
Lo Yoga non è elitario: è il ruggito della belva nella foresta di cartone del nostro mondo di sicurezza prefabbricata”
Eric Baret
Pratico Yoga da oltre 25 anni, dopo aver studiato per circa dieci anni danza classica.
Ho iniziato per curiosità, girando diverse scuole nel primo mese, per poi fermarmi a studiare con la discepola diretta di Swami Kriyananda.
Dopo circa tre anni di studio e pratica quotidiana e costante, ho deciso di approfondire questo mondo e ho iniziato un corso di formazione triennale, conseguendo così il diploma di Insegnante Hatha Yoga.
Nel frattempo, ogni anno i miei viaggi in India mi hanno aiutato a capire e scoprire sempre più tratti di me e di ciò che mi è attorno, anche attraverso delusioni, ostacoli e strade tortuose.
Nel corso degli anni ho incontrato diversi Maestri di diverse tradizioni:
il Prof. Mandel grazie al quale ho conosciuto il Sufismo, il Padre Barnabita Gentili e Padre Sibi grazie ai quali ho visto l'incontro dello Yoga con la cultura cattolica in Italia con il primo e in India con il secondo.
E poi Padre Anthony Elenjimittan, discepolo diretto del Mahatma Gandhi, il grande Lama Tibetano Rinpoche Tashi Lama grazie al quale ho scoperto il Buddhismo tibetano, Om Anandji di Indore che mi ha insegnato lo Yoga Terapia e le Tecniche Meditative.
Di ognuno di loro ho ascoltato gli insegnamenti, da ognuno di loro ho cercato di cogliere qualcosa che potesse accompagnare il mio vivere.
Passavano gli anni e da ragazza curiosa sono diventata donna e mamma e ho cercato di adattare gli studi e la pratica al quotidiano del momento.
Così le due esperienze di maternità mi hanno permesso di approfondire lo studio e l'applicazione dello Yoga in Gravidanza e ho approfondito le tematiche rivolte alla Donna.
Ho poi portato lo Yoga nelle aziende ad avvocati e professionisti con il progetto YogAzienda.
Nel frattempo, fondavo a Monza l'Accademia Sathya Yoganel 2002, nel 2011 sono stata nominata Direttore Onorario di “Paramanand Institute of Yoga Sciences & Research” (India) e Direttore Onorario di “International Association of Indian Yoga” (India).
Per due anni ho tenuto workshop e formazione insegnanti anche in Svizzera, oltre che nella sede di Monza.
Mi sono buttata nella scrittura, fondando "Yoga Magazine" (prima cartaceo, ora online e gestito dai co-fondatori), ho scritto i libri "Yoga per la donna e prenatal Yoga", "Il Nettare dello Yoga", "Yoga Rasa", oltre ad articoli per giornali e riviste (Med Magazine, Quibrianzanews.com, Pianeta Azienda, Spirit of Sound Radio, ...).
Ma gli ultimi dieci anni sono stati impregati ancora di più dal servizio al sociale e alla fragilità.
Oltre ad essere Presidente dell'Organizzazione di Volontariato FoodForAll che si occupa di portare cibo e aiuti a senza fissa dimora e famiglie povere, ho deciso di portare quanto appreso negli anni a situazioni di disagio fisico ed emotivo.
Dal 2016 sono così "Yoga Accessible Ambassador" per la divulgazione di progetti Yoga Accessibile, lo Yoga adattato alle esigenze di allievi con disabilità o malattie e disagi psico-fisici.
Nell'ambito dello Yoga Accessibile mi sono dedicata a pazienti oncologici, a persone affette da Sclerosi Multipla e da disturbi psichici quali la schizofrenia, riscontrando un netto e rapido cambiamento nella loro vita.
E poi un'esperienza anche nelle carceri attraverso il progetto Liberi Dentro.
Tutt'ora mi sto dedicando a donne con HPV e a seguito della mia recente esperienza diretta con la malattia, ho creato anche in Accademia cicli di incontri di Yoga e Oncologia.
Ma....alla fine di questo lungo elenco di studi, incontri, esperienze, quello che resta è la consapevolezza che la pratica dello Yoga ha senso se lo si vive in funzione di un desiderio di migliorare il proprio vivere quotidiano.
Senza grossi paroloni, senza grossi concetti teorici o posizioni da contorsionisti, l'unico aspetto che dopo questi 25 anni voglio tenere con me è che lo Yoga deve essere uno degli strumenti che mi è stato donato per aiutarmi e aiutare.
Non per 'scimmiottare' ciò che non siamo, culture e tradizioni di cui non facciamo parte.
Ma per avere uno strumento in più, oltre a quelli che già la nostra cultura ci ha dato, per trovare un senso alla gioia, al dolore, alla sconfitta, al raggiungimento di un obiettivo.
Talvola ho la sensazione di non aver capito nulla.
Talvolta riesco a trovare la capacità di fermarmi, respirare e ascoltare le mie emozioni e stati d'animo.
Ecco...qui è il senso del mio Yoga.